Artigianato Sardo / Pietra
Pietra
La lavorazione della pietra in Sardegna è un'antica tradizione che affonda le sue radici nella preistoria, legata a quell'incredibile civiltà nuragica che ha lasciato monumenti unici al mondo, costruiti interamente con la pietra con testimonianze evidenti nei nuraghi, le tombe dei giganti e i menhir.
Le prime testimonianze di lavorazione della pietra risalgono al Neolitico con le Domus de Janas,"case delle fate", tombe scavate direttamente nella roccia.
I Menhir e Dolmen che sono monoliti eretti in luoghi sacri spesso allineati con eventi astronomici.
I Nuraghi simboli della Sardegna, queste torri megalitiche (realizzate tra il 1800 e il 500 a.C.) venivano costruite sovrapponendo massi di basalto e granito senza l’uso di malta. Ne esistono oltre 7.000 ancora oggi.
Tombe di Giganti che sono grandi sepolture collettive in pietra con facciate monumentali.
Durante il periodo Romano venivano sfruttate le cave sarde per realizzare strade, ponti e acquedotti.
Durante il Medioevo fiorì l’architettura romanica con chiese in pietra come la Basilica di Saccargia, costruita in basalto e trachite. In questo periodo nei villaggi usavano il granito e il basalto per le case, ancora visibili in borghi come Bosa e Laconi.
Con la dominazione Spagnola e Piemontese si diffusero le sculture religiose e i monumenti funerari in pietra lavorata.
Nel ‘900, artisti come Costantino Nivola portarono la tradizione sarda nel mondo con le loro sculture in pietra e sabbia.
Le pietre più utilizzate nell'Isola sono il granito, il basalto, il trachite, il calcare e il marmo, tutte abbondanti nell’isola.
La lavorazione di queste pietre ha dato vita a opere d'arte incredibili. Artisti come Pinuccio Sciola hanno sperimentato tecniche innovative, creando sculture sonore che risuonano al contatto.
Ma anche gli artigiani locali, spesso custodi di tecniche tradizionali tramandate di generazione in generazione, realizzano oggetti bellissimi come fontane, pavimentazioni e complementi d'arredo.
Lavorazione della Pelle
Pietra
La lavorazione della pietra in Sardegna è un'antica tradizione che affonda le sue radici nella preistoria, legata a quell'incredibile civiltà nuragica che ha lasciato monumenti unici al mondo,
costruiti interamente con la pietra con testimonianze evidenti nei nuraghi, le tombe dei giganti e i menhir.
Le prime testimonianze di lavorazione della pietra risalgono al Neolitico con le Domus de Janas,
"case delle fate", tombe scavate direttamente nella roccia.
I Menhir e Dolmen che sono monoliti eretti in luoghi sacri spesso allineati con eventi astronomici.
I Nuraghi simboli della Sardegna, queste torri megalitiche (realizzate tra il 1800 e il 500 a.C.)
venivano costruite sovrapponendo massi di basalto e granito senza l’uso di malta. Ne esistono oltre
7.000 ancora oggi.
Tombe di Giganti che sono grandi sepolture collettive in pietra con facciate monumentali.
Durante il periodo Romano venivano sfruttate le cave sarde per realizzare strade, ponti e acquedotti.
Durante il Medioevo fiorì l’architettura romanica con chiese in pietra come la Basilica di Saccargia, costruita in basalto e trachite. In questo periodo nei villaggi usavano il granito e il basalto per le case, ancora visibili in borghi come Bosa e Laconi.
Con la dominazione Spagnola e Piemontese si diffusero le sculture religiose e i monumenti funerari
in pietra lavorata.